Salve Elena. Mi sono sempre chiesta se i cavalli si comportano con noi come si comporterebbero con i loro simili. Secondo lei è sufficiente osservare il comportamento tra conspecifici per comprendere il nostro cavallo? Mi sa dire qualcosa in merito all’argomento? Ludovica.

Salve Ludovica. L’osservazione etologica, ovvero osservare il nostro cavallo in un contesto etologicamente corretto senza interferire nelle sue relazioni intraspecifiche, è sicuramente un buon punto di partenza (se non addirittura quello più efficace) per comprendere il suo linguaggio, previo studio dell’ etogramma (tabella in cui vengono riportati i comportamenti innati della specie).
Ci tengo però a sottolineare che per quanto il codice comunicativo sia lo stesso, perché per l’appunto proprio del suo essere cavallo, i comportamenti solitamente non sono gli stessi, alcuni possono essere simili, altri comuni, ma altri (la maggior parte) vengono espressi in maniera differente.
La relazione uomo-cavallo è una relazione interspecifica (tra due individui appartenenti a specie diverse). Come per noi è chiara la distinzione tra un nostro simile (umano) e un qualsiasi altro animale, così lo è per il nostro partner equino. L’approccio che il cavallo avrà con un altro cavallo non sarà mai uguale a quello che avrà con noi, egli infatti attuerà in maniera conscia ed inconscia tattiche differenti, condizionate da associazione ed esperienze fatte nel corso della sua vita.
"Se osserviamo un cavallo relazionarsi con un uomo, potremo osservare attitudini e comportamenti differenti rispetto a quelli che vedremo con i suoi conspecifici".
© Elena Cammilletti