Rollkur: la cattiva equitazione.

Rollkur: la cattiva equitazione.

Nel 2008 la FEI definisce questa “tecnica” addestrativa come un “abuso mentale” messo in atto nei confronti del cavallo.
Per quanto ancora incomprensibilmente sono aperti dibattiti sulla nocività o meno di questa “pratica”, il rollkur (incapucciamento, iperflessione) avviene quando il cavallo montato curva il collo e la testa fino ad arrivare (anche) a toccarsi il petto con la bocca e il naso. Provocato dall’utilizzo innappropriato di imbocature, redini elastiche, di ritorno, ecc., nonché da una mano “pesante” di un cavaliere che non ricerca di certo la leggerezza.
Un’ esegerazione nel gesto atletico vista di buon occhio e condivisa da cavalieri che, probabilmente, ben poco sanno del benessere e della buona equitazione.
Oltre a creare un evidente danno fisico al cavallo (lesioni alla bocca, danni alle vertebre cervicali nello specifico all’atlante ed all’epistrofeo, compressione del midollo spinale, contratture di vario grado,ecc.); il danno é anche a livello mentale.
Il rollkur inibisce, o meglio riduce, la possibilità di utilizzare uno dei sensi più importanti per il cavallo: la vista. Il campo visivo é notevolmente ridotto. Un cavallo che non é libero di utilizzare i propri sensi é, e resterá sempre, un cavallo insicuro, nervoso e non collaborativo, anche se apparentemente performante.
Studi riportano, inoltre, una elevata incidenza dello sviluppo di stereotipie in cavalli che, montati, mantengono questa posizione innaturale del collo e della nuca. Perché? Perché il rollkur causa un enorme stress nel cavallo e i comportamenti aberranti o steriotipati sono il risultato a lungo termine di questa condizione psicologica ed emotiva dell’animale, che sfoga in questo modo la sua frustrazione.
L’arte equestre é ben altro.
Elena Cammilletti

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