La stagione… delle coperte!

Il caldo estivo e le lunghe giornate di sole ci hanno ormai salutato da tempo, lasciando l’arduo divenire alle rigide temperature invernali. Le giornate si accorciano e sicuramente nel mentre facevamo il cambio di stagione nell’ armadio, pensavamo se fosse già ora di mettere la coperta al nostro cavallo. Insomma, c’è da dire che, anche se imbacuccati dalla testa ai piedi e nonostante non ci sia un centimetro quadrato della nostra pelle scoperta, sentiamo freddo anche a temperature non eccessivamente rigide.
Per quanta sintonia, confidenza, comunicazione, possiamo avere con il nostro cavallo, per quanto entrambi facciamo parte di una delle più grandi classi del regno animale (i mammiferi), la percezione del freddo è completamente diversa.
Già dai tempi della preistoria l’uomo non basta a sé stesso per sopportare il freddo: da quando l’Homo Erectus scoprì il fuoco, questo venne introdotto nella sua quotidianità anche per scaldarsi e fu per lui un alleato importante per la sopravvivenza. Il cavallo e suoi antenati, invece, non necessitavano di nient’altro che di ciò che la natura gli aveva fornito: il mantello.
I cavalli hanno una temperatura corporea (37,5/38,5°C- puledri 38-39°C) superiore alla nostra e questo li rende meno sensibili alle basse temperature. Inoltre, i loro peli, che costituiscono il mantello, oltre a proteggere l’epidermide da lesioni fisiche e danni dalla luce ultravioletta, permette la termoregolazione, trattenendo così il calore necessario a “resistere” anche a basse temperature. La crescita dei peli è influenzata da diversi fattori: alimentazione, ormoni e cambio di stagione.
Quando parliamo di termoregolazione si intende la capacità del corpo di mantenere la temperatura corretta. Il cavallo è estremamente efficiente nel fare ciò.
L’alimentazione è quindi fondamentale, anche e soprattutto nel periodo invernale. Per aiutare il nostro cavallo a “non sentire eccessivamente freddo” è necessario alimentarlo correttamente: il fieno è la miglior coperta che possiamo fornire al nostro partner equino. Un fieno di buona qualità e in quantità adeguate al suo reale fabbisogno nutrizionale, distribuito nell’arco della giornata, garantisce il sostegno nutritivo di cui il cavallo ha bisogno per armarsi di un manto idoneo alla protezione dal freddo. Il movimento poi, che spesso allo stato domestico è precluso ai nostri amici a “4 zoccoli” in quanto confinati in box, permette al cavallo di mantenere un’adeguata temperatura corporea.
Attenzione però ai cavalli che sono anziani o presentano patologie: la gestione deve essere differente. L’esposizione alle intemperie, al freddo, l’eccessiva movimentazione libera magari in ampi campi insieme a cavalli ben più giovani e adrenalinici, può essere controproducente, andando a compromettere la salute e anche la vita del nostro cavallo.

Ma quando il cavallo ha davvero freddo?

  • tra i 10° e i 5° sente “fresco”, ma è una temperatura per loro tranquillamente sostenibile;
  • tra i 4° e i -6° iniziano a sentire freddo;
  • tra i -7° e i -17° è una temperatura che loro percepiscono come “molto freddo”.

Ricordiamoci, però, la loro capacità di termoregolazione con la conseguente crescita del manto (se ben nutriti) che gli permette di sopportare ed adattarsi anche alle basse temperature. 

I cavalli “sportivi” tendono ad essere tosati. La tosatura è la rimozione, tramite tosatrice, del manto.  I peli, come detto in precedenza, aiutano a trattenere il calore o a convogliarlo verso l’esterno. Rasando il manto, andiamo a togliere la sua naturale protezione alla temperatura esterna. In tal caso è assolutamente indispensabile mettere la coperta, a volte anche più di una, al nostro cavallo.

Per non creare uno shock termico, è importante poi togliere gradualmente la coperta durante la toelettatura e munirsi di coperta pile, che toglieremo solo quando il cavallo si sarà scaldato con il lavoro.

È quindi non indispensabile la coperta per quei cavalli che:

  • Sono giovani (non eccessivamente giovani) / adulti in buona salute ed acclimatati
  • Non presentano particolari patologie
  • Non vengono tosati 
  • Hanno possibilità di paddock e movimentazione libera, ma non esposti in maniera eccessiva a pioggia o ghiaccio
  • Vengono nutriti adeguatamente
  • Non sono magri

In commercio esistono tantissimi modelli di coperta classificabili generalmente in coperte da box (non impermeabili) e coperte da paddock (impermeabili). Grammature di peso diverse e ovviamente taglie diverse, che ci portano spesso ancora più in confusione.

Quello che posso consigliarvi, a seconda anche della mia esperienza, è di regolarvi sempre in base al cavallo che avete di fronte (razza, età, condizione di salute fisica, ecc.) e di non cadere nella “umanizzazione” delle necessità equine o nell’eccessiva preoccupazione.

Se abitaste in una località prevalentemente umida o piovosa, sarebbe opportuno proteggere il cavallo con degli impermeabili anche non imbottiti (utili soprattutto nelle stagioni miti come primavera e autunno). Queste coperte non incidono sulla muta o sulla lunghezza del manto, ma semplicemente lo mantengono asciutto (favorendo così la termoregolazione) e proteggono le articolazioni e i muscoli dall’eccessiva umidità. Quando le temperature vanno sotto lo zero, valutare di aumentare la grammatura dell’imbottitura della coperta sarebbe una buona idea. L’importante è non esagerare!! 

Coperte troppo pesanti o grammature non adeguate al nostro cavallo possono risultare davvero fastidiose per lui, tanto da manifestarlo anche con cambiamenti comportamentali o più semplicemente, ci romperà la coperta per cercare di togliersela. Capiremo di aver trovato la coperta giusta per lui quando la temperatura della pelle è al tatto asciutta e tiepida (non fredda, né sudato).

La razza del nostro cavallo potrebbe incidere sulla scelta della coperta. Razze nordiche, massicce e robuste, sono molto più resistenti al freddo dei Purosangue, Akhal-Teke, Arabi, ecc., cavalli più gracili e longilinei, senza uno spiccato sottopelo, grasso corporeo e con pelle sottile.

Una delle razze che riesce a vivere a temperature estreme sono i cavalli della Yakutia (Russia). Riconosciuti come razza alla fine degli anni ‘80, ma che gli scienziati affermano esistere da migliaia di anni. Alti appena 140-145 cm, questi pony arrivano a pesare anche mezza tonnellata!!!!! Il loro manto ha una capacità di crescita impressionante ed interessante che per lo più sono marroni e grigi. Il loro grasso sottocutaneo, oltre al fitto mantello, gli permette di vivere all’aperto a temperature di -50/-70°C.

Insomma, non dimenticate di conoscere il vostro cavallo per quello che è. 

Pensare a ciò di cui ha bisogno seguendo solo il punto di vista “umano” ci allontanerà sempre di più da quello che è il loro reale benessere. 

“Rispettare la loro natura”, significa avere l’intelligenza e la sensibilità di comprendere ciò di cui realmente hanno necessità e, spesso, è tutto molto più semplice di quello che pensiamo.

Elena Cammilletti©

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